Queste Elegie sono una sorta di necrologio colmo di ricordi, di testimonianze, di dolore, di perdita e lamento.
Un’amicizia durata quasi mezzo secolo è annientata, morta, non tornerà più. Ma nel ricordo continua a vivere, piena di affetto; ed è la sua unicità che oggi accompagna e guida i miei pensieri e i miei sentimenti verso un mondo nuovo ma vuoto nel quale non è facile, e forse impossibile e indesiderabile, sentirsi a proprio agio.
Nei quattro movimenti di questi Inni su testi di Franco Serpa – nei quali le voci degli uomini si fondono con il suono degli strumenti e l’uno vuole mantenere in movimento l’altro – dal vasto campo dell’umanità, dal misterioso mondo animale, da vicino e lontano riemergono come fantasmi persone ed esperienze multiformi.
La luce del sole illumina tutto e rende ogni cosa chiara e cristallina; per questo motivo si parla spesso anche della felicità, della voglia di vivere, delle meraviglie della natura, delle cose belle e tremende della vita.
Hans Werner Henze